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.: DA VEDERE
Basilica di Santa Maria Assunta
  Fondata nel IX sec., nell'aspetto attuale, dalle forme barocche e luminose, è il frutto dell'ultima ristrutturazione del 1721 su progetto degli architetti Castrachini e Bizzacchero. I lavori della facciata iniziarono nel 1898 e terminarono nel 1901. Altri lavori l'avevano trasformata e ingrandita nella prima metà del trecento e nella seconda metà del cinquecento. Pregevole l'organo settecentesco costruito con parti di un precedente strumento cinquecentesco. Notevoli il coro ligneo, il seicentesco altare monumentale (nel quale si conservano le Reliquie dei Santi Martiri Compatroni), e la pala d'altare di Giuseppe Bottani del 1752 che raffigura la Madonna in gloria con gli otto Santi Martiri.
Chiesa di Sant'Antonio in Orte Scalo
  Padre Geremia come superiore del Convento di San Bernardino, inizia l'apostolato presso la "borgata" Orte Scalo e concepisce l'idea di costruire una Chiesa spaziosa e ben presto il suo sogno prende corpo, aiutato dai parrocchiani di ogni ceto e provenienza. Dal 1931 al 1954 anno dell'ultimazione e consacrazione della Chiesa concretizza la realizzazione di un Tempio possente, in stile neogotico, ed ispira con il suo dinamismo e fede incrollabile, la ricostruzione di Orte Scalo dopo la distruzione materiale e morale delle guerra. A completamento della Chiesa associa la costruzione della Casa Parrocchiale.
Chiesa di San Pietro
  Quando la chiesa di San Pietro alla Rocca fu demolita, si decise di ricostruirla nel luogo dove si trova attualmente. Questa risale alla prima metà del sec. XV ha subito importanti ristrutturazioni nel 1731. Delle due lapidi conservate in questa chiesa, una è la memoria del vescovo Leone (VIII-IX sec.) e l'altra è la pietra tombale della famiglia Leoncini. Al canonico Lando Leoncini si deve, agli inizi del XVII secolo, la stesura della storia di Orte (inedita).
Chiesa di San Biagio
  D'origine romanica (1253) ha subito profonde modifiche nel 1757. È appartenuta all'Ospedale romano di Santo Spirito in Saxia del quale si conserva il simbolo, la croce di Lorena, sopra il portale d'ingresso. Fino al 1613 quest'ordine gestì una Precettoria situata nei locali adiacenti.
Chiesa ed ex Convento di San Francesco
  Anticamente la chiesa, di stile romanico, era dedicata a Sant'Angelo. L'edificio attuale costruito nel 1695, a navata unica, presenta forme barocche evidenti nell'ampio sipario che si apre sull'altare maggiore. Pregevoli le tele conservate all'interno, notevole la pala d'altare raffigurante la "Madonna della Misericordia". Accanto alla chiesa il convento nel quale i Francescani si trasferirono nel 1259. Nell'elegante e ampio chiostro è visibile il pozzo.
Palazzo Nuzzi
  Fatto costruire agli inizi del '700 dal Cardinale ortano Ferdinando Nuzzi, Prefetto dell'Annona e Vescovo di Orvieto, su progetto dell'architetto Carlo Fontana. Dopo l'Unità d'Italia divenne sede municipale e fu accorpato all'antica residenza comunale. Nell'androne sono esposti reperti marmorei classici e altomedievali di provenienza locale. Al primo piano sono presenti alcune sale affrescate. Tra queste di particolare interesse è l'attuale Aula Consigliare. In una sala adiacente si possono ammirare due pregevoli tele del XVII secolo.
Palazzo Comunale
  Il palazzo che si affaccia sulla piazza principale della città è attestato già nel 1295. Pochi anni prima l'originaria residenza del comune, in Piazza Sant'Agostino, lasciò il posto all'abitazione dei frati agostiniani. Sulla facciata sono posti tre stemmi: a destra quello di Papa Clemente VII Medici (1528), a sinistra quello di Paolo III Farnese (1535). Al centro, sul vecchio portale ingresso, l'antico stemma della Città di Orte. La scalinata, che consentiva l'ingresso da questo lato, fu demolita nel 1846.
Palazzo dell'Orologio
  Sorto nei primi anni del XVII secolo, accanto all' area occupata dalla chiesa di San Giovanni in Fonte (antico battistero) nasce come Palazzo del Podestà. È in questo momento che la piazza inizia ad assumere l'aspetto che presenta oggi.
Palazzo Roberteschi
  Le attuali linee rinascimentali sono frutto di un'importante ristrutturazione eseguita a cavallo tra '400 e '500. Il nucleo primitivo è costituito da una torre originaria del XII secolo. È sede dell'Ente Ottava Medievale, centro culturale e biblioteca specializzata.
Palazzo Alberti alla Rocca
  Dalle linee severe ed eleganti è stato costruito tra il 1598 ed il 1602 dal ramo ortano degli Alberti. Sorto sulle rovine della rocca è uno dei cinque palazzi che lasciarono in Orte. Al piano nobile un'elegante sala presenta cicli d'affreschi del XVII - XVIII secolo.
Palazzo Alberti in Via Garibaldi
  Dalle forme severe, dietro l'imponente portale, sormontato da un grande stemma della casata, cela un'elegante scala a chiocciola attribuita al Vignola.
Contrada di San Gregorio
  La contrada di San Gregorio fu certamente una di quelle che si formarono più in ritardo e con maggiore lentezza. Si trattava infatti della zona immediatamente a contatto con la fortezza militare e, quindi, prima del 1431, era priva di abitazioni e di famiglie. Solo dopo il 1430, quando la comunità favori in quegli spazi la costruzione di case, nella parte della contrada già Capo Castello, cominciò la lenta opera di trasformazione e di riempimento, che si concluse con l'attuale struttura topografica.
Contrada Porcini
  La contrada Porcini ha una forma di rettangolo posta al centro della zona di sinistra della Città, delimitato in lunghezza dalle due vie principali e in larghezza, ad ovest da via Venezia ed a est da via Don Minzoni e via Borghetto. Il rettangolo è tagliato a metà da via Cavour, una via che inizia dall'angolo di via Gramsci, dietro l'abside della Cattedrale, e sbocca in via Principe Umberto.
Contrada Sant'Angelo
  Dalla contrada Porcini si entrava nella contrada Sant'Angelo attraverso un arco fatto a modo di porta "ove, ricorda il Leoncini, stava una catena simile a quelle che sono in Piazza Grande". La contrada prendeva il nome dalla chiesa di Sant'Angelo diventata poi di San Francesco, non solo perché era retta dai frati francescani ma anche perché ivi si venerava la Tavola di San Francesco, ora conservata nel Museo Diocesano di Arte Sacra.
Contrada di San Giovenale
  La contrada San Giovenale comprende i caseggiati sulla destra della strada che, dallo sbocco di via del Plebiscito, scende a Porta di Santo Cesareo, volge a via Piè di Marmo, risale per la strada principale verso la piazza e si congiunge di nuovo con via del Plebiscito, sboccando per via Gioberti dinanzi al palazzo Deci. Della contrada San Giovenale ricordiamo anzitutto il palazzo Deci, monumento storico caro agli ortani perché abitazione del poeta Antonio Deci, amico del Tasso e autore della tragedia "Acripanda", che nella storia della letteratura italiana segnò il punto di arrivo dello sviluppo della tragedia "dell'orribile". Morì assai giovane, il 29 agosto 1597 a 28 anni, dopo aver svolto incarichi amministrativi e politici, dapprima a Matelica poi a Ripatransone, a Fabriano e infine a Palestrina, come soprintendente del principe Francesco Colonna.
Contrada Olivola
  La Contrada Olivola così detta, dice il Leoncini, "da un olivo che era in mezzo della piazza". I frati Agostiniani originariamente avevano un convento e la chiesa di Sant'Agostino fuori le mura, "nel sito del giardino dei signori Piani" nell'area cioè che si estende a sinistra e a destra di via dei Cordari, nella parte che scende verso l'attuale edificio scolastico.
Contrada di San Sebastiano
  Da Piazza Pietra Lata, attraverso una stretta viuzza, si entra a Piazza Belvedere, detta anche piazza del Poggio, al centro della quale si trovava la chiesa di San Sebastiano (ora trasformata in abitazione) che da il nome alla contrada. La chiesa è attestata dal 1293, ma di essa non si hanno particolari notizie. La piazza invece è ricca di storia, da quando nel 1235 vi si erano insediate, nel monastero costruito a proprie spese, le monache di San Giorgio. L'area da loro occupata era compresa nei caseggiati che si affacciano sulla piccola ex chiesa.
Museo Diocesano e d'Arte Sacra (Ex Chiesa di San Silvestro)
  La raccolta diocesana, anche se costituita da un nucleo non vasto, presenta opere di notevole qualità ed interesse. Numerose le tavole a fondo oro dei secoli XII - XVI di scuola altolaziale, umbra e senese, tele, argenteria e paramenti sacri. D'eccezionale importanza il prezioso frammento di mosaico della "Madonna bizantina" (VIII sec.), proveniente dall'Oratorio di Giovanni VII (705-707) nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Il museo ha sede presso la chiesa romanica di San Silvestro ubicata in una piccola e caratteristica piazza nel centro dell'abitato. La costruzione, a navata unica, risale alla metà del sec. XI. La torre campanaria, del tipo romano-laziale, è databile alla metà del sec. XII. La campana originaria è conservata all'interno del museo.
Museo delle Confraternite
  Il Museo delle Confraternite Riunite di Orte, realizzato all'interno della grande sacrestia della chiesa di Santa Croce, originariamente ospedale, conserva la più bella suppellettile delle Confraternite ortane. Gli oggetti devozionali esposti sono utilizzati il Venerdì Santo per la "Processione del Cristo Morto". Tra tutte le opere spiccano la "bara" del 1626, il basamento processionale dell'Addolorata, il crocione bianco alto e slanciato appartenente alla Confraternita di Santa Croce, i due lampioni settecenteschi della Confraternita della SS. Trinità e una tavola cinquecentesca raffigurante Sant'Egidio Abate.
Museo Civico Comunale
  Il Museo Civico Archeologico, allestito nell'antica chiesa di Sant'Antonio, custodisce ed espone reperti rinvenuti negli scavi eseguiti ad Orte e nell'ambito del territorio comunale dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale. E' articolato in tre sezioni: Etrusca (dalla fine del VI agli inizi del III sec a.C.), Romana (dalla media Repubblica al Tardo Impero) ed Alto Medioevo (dal VI all'XI secolo).